A fine gennaio è uscito per Leggereditore il primo volume autoconclusivo della serie di romance storici True Gentlemen, di Grace Burrowes, che ci racconta la storia delle sorelle Haddonfield. In Il vero gentiluomo conosciamo tutta la famiglia, ma l'attenzione è completamente rivolta alla più indipendente e moderna delle sorelle, Nita. Del matrimonio non ne vuole sapere niente, ma l'arrivo del conte Tremaine St. Michael potrebbe mettere in discussione le sue convinzioni.
Tremaine St Michael è un facoltoso commerciante di lana, completamente dedito al lavoro. Sempre in giro per il mondo alla ricerca dei migliori affari, raramente soggiorna a lungo nello stesso posto, finché nel Kent, ospite nella tenuta di un caro amico, il conte di Bellefonte, le cose sembrano prendere una piega inaspettata... L'incontro con l'affascinante e riservata lady Nita Haddonfield non lo lascia indifferente, e per una volta Tremaine spera di poter finalmente conciliare gli affari con il piacere. Le cose, tuttavia, non vanno secondo i suoi piani: anche se in età da marito, infatti, la giovane donna non vuole sentir parlare di matrimonio, preferendo di gran lunga dedicare le proprie energie ad aiutare le persone bisognose della contea. Ma, si sa, al cuore non si comanda, e suo malgrado Nita inizia a provare interesse nei confronti del sensuale commerciante, un sentimento destinato a crescere e che, a lungo andare, le sarà impossibile nascondere. Anche perché Tremaine non è certo un uomo che si arrenda facilmente, e farà di tutto pur di scalfire le ritrosie della dolce Nita...
Prima di iniziare questa recensione, è necessaria una premessa: io non leggo romance storici. Non è una presa di posizione, ma semplicemente un dato di fatto. E non si tratta neanche di una vera e propria questione di gusti, perché, per giudicare, avrei dovuto leggerne. La verità è che prediligo le storie contemporanee, quelle che, almeno dal punto di vista temporale, sento più vicine a me. Quindi, avendo già fin troppi libri da leggere, solitamente non vengo attirata dalle trame degli storici. Però è anche vero che ho sempre desiderato rimediare e Il vero gentiluomo è arrivato probabilmente al momento giusto. I commenti positivi e il personaggio di Nita, così moderno per i suoi tempi, mi hanno senza dubbio spinta verso la lettura e devo dire che, anche se non è diventato il mio nuovo genere di rosa preferito, sicuramente continuerò a leggerne.
Da una ragazza in età da marito ci si aspetta solo che voglia sposarsi, legandosi al miglior partito che possa trovare e diventando una perfetta donna di casa. Perché è questo che, all'epoca del romanzo, sono le donne: casalinghe, mamme e mogli. Passano dall'essere figlia o sorella di qualcuno a moglie di qualcun altro. Ma non è ciò che vuole Nita Haddonfield. Lei vorrebbe solamente poter rivendicare la propria indipendenza e poter esercitare la propria "professione" non riconosciuta, senza essere malvista o giudicata. La ragazza, infatti, non è solamente una persona altruista e desiderosa di aiutare poveri e malati, ma anche e soprattutto una donna aggiornata e competente in materia di medicina. Questo suo comportamento quasi irresponsabile, però, preoccupa non poco i suoi fratelli, in particolare il conte di Bellefonte che la vorrebbe sistemata e al sicuro. Ma Nita non è affatto come le sue sorelle e il nuovo arrivato sembra essere l'unico a comprendere la sua vera natura.
Tremaine St. Michael, il francese dalle origini scozzesi, arriva dagli Haddonfield per entrare in affari con Nicholas, il conte, ma è la curiosità che suscita in lui la coraggiosa e testarda Nita ad indurlo a rimanere. Lui è l'unico ad ascoltarla e a voler capire fino in fondo quello che fa e perché lo fa, l'unico che comprende il suo istinto ad agire e a non fermarsi davanti a possibili pericoli e conseguenze. Del resto ci sono poche cose che lui non farebbe per i propri animali. Con lui Nita inizia a rivedere la propria idea sul matrimonio, a considerarlo non come un contratto e un obbligo, ma come una naturale conseguenza dell'amore. Resta da vedere se tra loro esiste questo sentimento o se si tratta di semplice attrazione fisica e mentale e, soprattutto, se entrambi sono veramente pronti a venirsi incontro iniziando a ragionare come famiglia e non più come singoli.
Il linguaggio è senza dubbio una delle cose che più mi frenano davanti ad uno storico. I sentimenti sono gli stessi, ma il modo di esprimerli è decisamente diverso, tanto che ho sempre paura di non riuscire a farmi coinvolgere completamente dalla storia proprio per questa lontananza. Invece, a sorpresa, devo ammettere che mi sbagliavo e che, dopo una prima parte più lenta e meno coinvolgente, una volta entrata nel vivo della storia, è stato tutto molto naturale e mai forzato. Sicuramente non è scritto in maniera eccessivamente formale, e questo può aver aiutato, ma l'autrice è riuscita a farmi spesso dimenticare di essere nel 2018. E per me è più che positivo! Però è anche vero che il linguaggio contribuisce ancora meglio a segnare il momento in cui i due protagonisti smettono di essere semplici conoscenti e diventano un uomo e una donna innamorati. Si vede nel passaggio più significativo dal voi al tu o dal cognome al nome, ma anche nei dettagli, come l'eliminazione del "lady" davanti a Nita.
Mi è piaciuta molto Nita in quanto donna forte, indipendente e determinata, soprattutto in un'epoca in cui essere donna non era per niente semplice. Mi è piaciuto Tremaine perché anche lui, a suo modo, dimostra di avere una mentalità decisamente più aperta e moderna rispetto agli altri uomini. Ma soprattutto mi sono piaciuti come coppia, nei dialoghi, nelle scene più emotive e in quelle più sensuali. Ho apprezzato anche il tema della famiglia e tutto ciò che ha fatto da contorno e che ben delinea la società del tempo. Ogni personaggio ha avuto il suo perché ed è stato accompagnato durante il suo percorso. Inoltre sono state poste le basi per i volumi successivi della serie.
Posso quindi consigliarvi questo romanzo, se amate gli storici e volete provarne uno che possa discostarsi dalle classiche caratteristiche del genere. Ma posso anche consigliarlo a chi, come me, è nuovo in questo mondo e vuole iniziare con qualcosa di leggero e non troppo distante da ciò a cui è abituato.
Al prossimo libro!
Veronica
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