Buongiorno!
La recensione di oggi è dedicata ad una storia d'amore senza tempo, ad una storia scritta negli anni '70 e che anche oggi, quasi 50 anni dopo, continua ad emozionare i lettori. Sto parlando di Love story di Erich Segal, che ha già conquistato le generazioni precedenti, che hanno letto la prima versione del romanzo o che hanno visto il film, e che Sperling & Kupfer ha deciso di riproporre alle lettrici del 2018. Perché, prima delle coppie che ci hanno fatto battere il cuore negli ultimi anni, ci sono stati Jennifer e Oliver.
Lui è Oliver Barrett IV, figlio di una ricchissima famiglia della East Coast, giocatore di hockey, studente ad Harvard, già lanciato verso una brillante carriera in Legge. Lei è Jennifer Cavilleri, studentessa di musica dal look un po' hippie, figlia di un italo-americano che si guadagna da vivere in maniera semplice e onesta come pasticciere. Opposti in tutto ma, proprio come gli opposti, inevitabilmente attratti l'uno dall'altra. Appartengono a due mondi lontani, ma basta un incontro casuale per accendere tra loro una passione capace di superare barriere, sfidare convenzioni, stravolgere sogni e progetti. Lui, abituato a conquistare trofei e ragazze, è folgorato dall'ironia tagliente di Jenny e dalla sua capacità di leggergli dentro e capirlo nel profondo. Lei, solare e ostinata, affronta la vita con grinta e coraggio, anche quando la vita stessa mostra il suo volto più duro. Anche quando chiederà a entrambi la prova più difficile. Questa è la storia di due ragazzi che si sono amati a vent'anni. Di un amore intenso, struggente, indimenticabile.
Giusto per non mettere ansia, l'inizio del romanzo, in poche righe, già ci dice, senza troppi giri di parole, come andrà a finire la storia. Ma ci permette anche di iniziare ad inquadrare i due protagonisti e i loro caratteri, in maniera molto semplice, ma altrettanto significativa. La storia ci viene poi raccontata fin dal loro primo incontro, che è molto più uno scontro tra due bei caratterini, dal punto di vista di Oliver che si rivolge direttamente a noi lettori. Lui è uno studente di Harvard, proviene da un'importante famiglia, è un campione di hockey e studia legge; lei studia musica in un'università molto più modesta, é una ragazza semplice dal look hippie e la lingua tagliente. Insomma, sono i classici opposti che si attraggono.
Sono una coppia sui generis, sono strani, particolari, ma, a mio avviso, assolutamente fantastici e originali. Il tono è sempre ironico, sarcastico, quasi saccente. I dialoghi sono veloci, le frasi brevi, il ritmo incalzante. E così scorre velocemente la loro storia, la loro vita insieme, con una naturalezza ed una semplicità che quasi destabilizzano. Fino a quando arriva la notizia che attendevamo dall'inizio, perché lo sappiamo tutti a che genere appartiene questo romanzo. Eppure riesce comunque ad essere un fulmine a ciel sereno, come quel tuono che ti aspetti dopo aver visto il lampo, ma che comunque ti spaventa per la sua forza. La velocità, la naturalezza e la linearità restano le caratteristiche principali anche di questa seconda parte, ma non manca neanche quel velo di ironia e sarcasmo che abbiamo imparato ad apprezzare fin dal primo scambio di battute di Jenny e Oliver.
Il fatto che questo libro sia stato scritto diversi anni fa si nota in molti dettagli, ma questo non rappresenta affatto un limite. Anzi, direi più che si tratta di un pregio. Alcuni comportamenti, alcuni pensieri e alcuni atteggiamenti ci riportano sicuramente indietro negli anni, ma non è questo a rendere "strana" questa storia. Perché sì, a me viene da definire Love Story un romanzo strano, ma nell'accezione positiva del termine. Nulla è come ci si potrebbe aspettare, neanche alla fine. È tutto molto veloce, è tutto fuori dagli schemi e, nonostante gli anni che si porta dietro, non è per niente qualcosa di già letto. Ebbene sì, un libro scritto nel 1970 risulta nuovo nel 2018 e questo è un grandissimo merito dell'autore.
Non conoscevo questa storia, non avevo mai letto il romanzo e non avevo mai visto il film, ma sapevo cosa mi sarei trovata davanti. Eppure, come dicevo, è un libro che è riuscito comunque a sorprendermi sotto tanti punti di vista. Posso solo immaginare quanto sarebbe potuto essere devastante il repentino cambio di rotta, se non avessi saputo assolutamente nulla. Le emozioni, però, non sono mancate e un po' devastante l'ho trovato comunque. Perché Segal ha il talento di dire tanto con poco, di trasmettere moltissimo usando pochissime parole, di farti ritrovare in lacrime quando pensi di aver mantenuto un certo distacco dai protagonisti e dalle loro vite. È vero che tutto succede molto in fretta, che il libro si legge così velocemente che diventa difficile razionalizzare tutti i cambiamenti e gli sviluppi, ma se non lo fa la mente non significa che non lo faccia neanche il cuore. Love Story è infatti una storia che sa arrivare dritta al cuore e che punta solo a quello, che probabilmente vi lascerà mille domande, ma anche la certezza di aver toccato la corda giusta.
Al prossimo libro!
Veronica
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