giovedì 2 febbraio 2017

RECENSIONE: Hai cambiato la mia vita (The Law of Moses #1) di Amy Harmon


Buongiorno! Finalmente vi parlo di un romanzo su cui avevo riposto tanta fiducia e che, per fortuna, ha decisamente confermato le mie aspettative. Hai cambiato la mia vita è l'ultimo romanzo di Amy Harmon arrivato in Italia, sempre grazie alla Newton Compton. Questo paranormal romance è uscito il 26 Gennaio ed è il primo volume della serie The Law of Moses (che è anche il suo titolo originale). Tranquilli però, perché si tratta comunque di un romanzo autoconclusivo. Il secondo, The Song of David, sarà concentrato su Tag, il migliore amico di Moses che conosciamo in questo libro.

Trama
Lo trovarono nel cesto della biancheria di una lavanderia a gettoni: aveva solo un paio di ore di vita. Lo chiamarono Moses. Quando dettero la notizia al telegiornale dissero che era il figlio di una tossicodipendente e che avrebbe avuto problemi di salute. Ho sempre immaginato quel “figlio del crack” con una gigantesca crepa che gli correva lungo il corpicino, come se si fosse rotto mentre nasceva. Sapevo che il crack si riferiva a ben altro, ma quell’immagine si cristallizzò nella mia mente. Forse fu questo ad attrarmi fin dall’inizio. È successo tutto prima che io nascessi, e quando incontrai Moses e mia madre mi raccontò la sua storia, era diventata una notizia vecchia e nessuno voleva avere a che fare con lui. La gente ama i bambini, anche i bambini malati. Anche i figli del crack. Ma i bambini poi crescono e diventano ragazzini e poi adolescenti. Nessuno vuole intorno a sé un adolescente incasinato. E Moses era molto incasinato. Ma era anche affascinante, e molto, molto bello. Stare con lui avrebbe cambiato la mia vita in un modo che non potevo immaginare. Forse sarei dovuta rimanere a distanza di sicurezza. Ma non ci sono riuscita. Così è cominciata una storia fatta di dolore e belle promesse, angoscia e guarigione, vita e morte. La nostra storia, una vera storia d’amore.

Questa è la storia di un amore senza fine... anche se ci ho messo un po' a capirlo. Se vi dico subito che l'ho perso, senza tante cerimonie, per voi sarà più facile sopportarlo. Saprete che quel momento sta per arrivare, e che farà male. Sentirete una fitta al cuore e la paura vi chiuderà lo stomaco, questo sì. Ma lo saprete in anticipo, almeno, e potrete prepararvi. 

Prepararvi un corno! Cara Harmon, non ti prendere gioco dei tuoi poveri lettori. Non si fa così. Non si può iniziare un libro così, dai. Grazie a questa premessa, ho vissuto con ansia ogni singola pagina, in attesa dell'inevitabile tragedia. Come se non bastasse, l'intero romanzo è diviso in due parti, un prima e un dopo. Ma rispetto a cosa? Eh, bella domanda! La mia parte emotiva è uscita particolarmente provata da questa lettura, non solo per l'intensità di alcuni momenti e per le forti emozioni che questo libro permette di provare, ma soprattutto per questo "dire/non dire" dell'autrice, per come ha iniziato e strutturato la storia. La mia parte razionale, invece, ha trovato geniale tutto questo. Non devo certo essere io a dire quanto sia brava la Harmon e quanto sia bello il suo stile, ma con Hai cambiato la mia vita, non solo ha dato prova di una grande originalità, ma è riuscita ad assicurarsi l'attenzione del lettore fin dalla primissima pagina, a fargli credere di aver capito tutto e di sapere cosa aspettarsi, per poi sconvolgerlo subito dopo e sorprenderlo sempre e comunque.
"Ma arriverà un giorno in cui non piangerò, e una parte di me pensa che sarà il giorno più brutto della mia vita. Perché vorrà dire che lo sto perdendo davvero."
La storia parte come uno young adult. Moses si è trasferito dalla bisnonna dopo essere passato da un parente all'altro. Da piccolo è stato abbandonato in una cesta e, come è normale nei piccoli paesi, su di lui sono state inventate diverse bizzarre leggende. Georgia è sempre stata molto curiosa e attratta dalla storia del "figlio del crack" e ora, che ne ha finalmente la possibilità, non perde un attimo per poterlo conoscere veramente. Lui è un ragazzo misterioso, che sta sulle sue, pure un po' scontroso, con un bisogno viscerale di esprimersi dipingendo. Lei è una ragazza vivace, piena di vita, la perfetta cowgirl. Abituata ad addomesticare anche i cavalli più ribelli, non può rinunciare al desiderio di domare anche Moses. Del resto è una che si prende quello che vuole, che sia un bacio o un ragazzo.

La storia d'amore è già, di per sé, molto bella e coinvolgente. Insieme sono divertenti e romantici. Il loro rapporto basta a farci soffrire, sperare, commuovere, ridere, piangere. Il loro è un amore impossibile, ma anche un amore eterno. Però questo romanzo ha qualcosa in più degli altri, la sua carta vincente è l'aspetto paranormal. Io sono una che difficilmente riesce ad accettare ciò che va fuori dalla "normalità". O un romanzo è del tutto fantasy, e quindi so che mi devo aspettare qualsiasi tipo di situazione fantastica, o non lo è per niente.  Di solito non riesco a farmi coinvolgere da un personaggio del tutto "umano", che però ha dei poteri particolari, mettiamola così. La Harmon, invece, è stata fantastica anche in questo e, anzi, il "dono" speciale di Moses è ciò che mi ha incuriosita di più, che mi ha affascinata e che ho trovato estremamente originale.
"Sapevo amare. Ti amavo già allora. Solo che non sapevo come dimostrartelo."
Ho amato però anche il personaggio di Georgia, soprattutto nella prima parte del libro. Sempre a ronzare intorno a Moses, determinata nel volerlo conquistare, fiduciosa nel loro sentimento, abbastanza per entrambi, e pronta a non abbandonarlo. Mi sono piaciuti molto anche l'atmosfera quasi western, l'aspetto più "thriller" e misterioso e i continui riferimenti ai colori e alla pittura, così come ai cavalli e all'ippoterapia.
Forse, se avessi saputo come dipingere Georgia nella mia vita, o me nella sua, ma senza sconvolgerla, forse la trepidazione che sentivo sarebbe svanita. Non è mai facile amare. C'è sempre qualche colore che domina sugli altri o che non si armonizza.
Se ce ne fosse ancora bisogno, io vi consiglio assolutamente questo libro. E' un peccato che siano stati cambiati così tanto titolo e cover originali, perché sono decisamente più pertinenti e collegati alla storia dei nostri. Ma spero che molti sappiano andare oltre l'apparenza, perché vi assicuro che qui di sostanza ce n'è molta. Sono poi rimasta colpita, in negativo questa volta, per la grande quantità di refusi che ho trovato e che, inevitabilmente, interrompevano la mia lettura. Spero vivamente che siano poi stati corretti perché un libro del genere ha bisogno di una presentazione alla sua altezza.
In conclusione, comunque, credo che quasi tutti sappiano che la Harmon è una delle autrici da lacrime garantite, ma vi giuro che con certi particolari è riuscita a stritolare il mio povero cuore.

Prima di lasciarvi, voglio fare anche io il gioco delle 5 cose belle della giornata che ci ha insegnato Georgia. Le mie sono: i libri della Harmon, lo stile della Harmon, i personaggi della Harmon, le storie della Harmon e le lacrime che mi fa versare la Harmon. Come sono monotematica!

Al prossimo libro!
Veronica
 

2 commenti:

  1. Bella recensione...concordo con te! Ho adorato la testardaggine di Georgia ;)

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    1. Grazie! Già, Georgia mi è piaciuta soprattutto perché diversa dalle solite protagoniste femminili!

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