martedì 14 marzo 2017

RECENSIONE: Disconnect #1 di Ilaria Soragni


Buongiorno! Nella recensione di oggi vi parlo del nuovo romanzo di Ilaria Soragni, giovanissima autrice che ha conquistato i suoi follower su Wattpad grazie al romanzo Mess, stesso libro che l'ha fatta approdare anche in libreria. La Leggereditore continua questa relazione di successo pubblicando anche la sua nuova serie young adult dal titolo Disconnect. Per ora abbiamo solo il primo volume, ed è di questo che vi racconto un po' di cose, ma nella piattaforma online l'autrice sta già pubblicando (con il nick inashtonsarms) il terzo, quindi, probabilmente, non dovremo attendere molto. E per fortuna! Perché, se questo libro vi piacerà, vi assicuro che vorrete subito saperne di più.

Trama
Hayley frequenta il secondo anno dell’high school a Baltimora, è una ragazza chiusa e non si è mai ambientata del tutto. Luke ha diciotto anni; alto, biondo e sprezzante, si abbatte come un fulmine su ciò che lo attira. Quando per caso nota Hayley ne rimane affascinato, tanto da decidere di conquistarla: la vita è una gara e lei sarà il suo premio. È Luke a guidare il gioco, seguendo Hayley e facendole credere che si tratti ogni volta di incontri casuali, fino a quando non raggiunge il suo obiettivo. Hayley è irrimediabilmente attratta, anche se qualcosa le dice che sarebbe meglio stare lontano da quel ragazzo. Ma il piacere della trasgressione è forte, fare la cosa sbagliata la fa sentire viva. Non sa ancora, però, che è solo l’inizio. Luke si nutre di adrenalina, di emozioni forti, e vuole Hayley al suo fianco in una sfida pericolosa, una gara di moto illegale di cui è nota solo un’enigmatica regola: tutti vincono e uno solo perde, tutti perdono e uno solo vince. Fin dove si spingerà il loro legame? Saranno disposti a metterlo a rischio ora che, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più forte?

Disconnect non è la classica storia della brava ragazza che si innamora del cattivo ragazzo, o meglio, in un certo senso lo è, ma è più complicato di così. Entrambi i protagonisti sono poco connessi con la vita, distaccati dal mondo che li circonda e poco predisposti a provare emozioni, soprattutto positive. Hayley ha un padre assente, una madre che non accetta il passare del tempo e una sorella più grande che considera perfetta e inarrivabile; Luke ha vissuto una tragedia e vivere senza regole è il solo modo che conosce per sopravvivere ai sensi di colpa. Incontrarsi è stato per loro un bene e un male allo stesso tempo, il loro rapporto, la loro infatuazione, il loro amore, tutto è in qualche modo sbagliato, logorante, dannoso, ma è anche l'unica cosa al mondo che non li fa più essere "disconnessi".
Sapeva che avrebbe dovuto tenere le distanze da quel ragazzo, ma al tempo stesso, proprio come quando era piccola e disobbediva ai genitori per il solo gusto di farlo, una parte di lei desiderava fare la cosa sbagliata.
Tutta la storia è circondata però da un alone di mistero dato da questa gara illegale di moto, lo Yell. Luke deve partecipare a tutti i costi e per farlo ha bisogno di Hayley, ma i vari ripensamenti, la titubanza e le raccomandazioni di Caleb, unico vero amico del ragazzo, ci fanno intuire che sia molto più di una semplice gara e che la posta in gioco sia decisamente più alta. Una gara in cui tutti vincono e uno solo perde, tutti perdono e uno solo vince... ma ne vale la pena? Il Luke che conosciamo all'inizio non è certo uno che si fa molti scrupoli, ma la sua "storia" con Hayley riuscirà a farlo cambiare abbastanza da tirarsi indietro?
"Come faceva a farmi sentire bene?" biascicò a un tratto Luke. "Così bene da farmi star male?".
Ad ogni modo Luke, per me, è un grande e gigantesco no. Ma come persona, più che come personaggio, perché, devo ammetterlo, in alcuni punti mi ha anche fatto tanta tenerezza. Ma, per il resto, non si può giustificare un ragazzo così autoritario, "padrone", pronto ad alzare le mani su qualsiasi persona si ritrovi davanti, anche una ragazza, per i motivi più futili. E non importa quanto il suo passato lo abbia "rovinato", il suo atteggiamento non può essere semplicemente accettato. Va bene il bad boy, ma il ragazzo cattivo no. Neanche Hayley è riuscita a conquistarsi la mia simpatia, purtroppo. Si nota molto quanto sia piccola, ingenua, remissiva, completamente sottomessa a Luke. Ogni tanto cerca di tirare fuori il carattere, di dire basta a questa complicata relazione, ma poi una parola, uno sguardo, un gesto dal ragazzo da cui è irrimediabilmente attratta e tutto torna esattamente come prima. Però, per quanto non siano certo tra i miei protagonisti preferiti, Ilaria è riuscita a rendere bene questi personaggi e a trasmettere questi tratti della loro personalità.
"Lo so che è tutto un casino, che io sono un casino." Le loro labbra si sfioravano bramose. "Lo so che è sbagliato, che noi due non siamo fatti per stare insieme, ma sai una cosa? Non mi importa. Se lo vuoi anche tu, per una notte vorrei non pensare a niente, vorrei solo stringerti e amarti." 
Nella storia assumono però particolare importanza anche altri personaggi. Caleb e Ryan, per esempio, sono un po' come Luke e Hayley o, meglio, lo sono stati. Ma sono meno estremi di loro, e questo ce li fa sicuramente apprezzare di più. Per quanto la loro storia sia in secondo piano, grazie alla capacità dell'autrice di dare importanza e spessore anche ai personaggi secondari, riescono comunque ad emergere e a rubare la scena agli amici protagonisti. In poche pagine qua e là si fanno amare e ci fanno commuovere. C'è poi un'altra storia, quella di Irma e Tristan, che, nel suo essere totalmente diversa, presa quasi da un altro romanzo, mi ha conquistata davvero con un semplice scambio di battute. 

Se devo essere sincera il libro ha faticato a coinvolgermi pienamente, sì, ero curiosa di capire cosa fosse realmente lo Yell, di scoprire tutte le cose non dette, ma non molto più di questo. Luke, come ho detto, è una persona da cui starei decisamente alla larga, quindi avevo bisogno di qualcosa in più per capire Hayley e il suo continuare a tornare da lui nonostante tutto. Credo che nel loro caso manchi un po' di evoluzione, alcune cose sono state solo accennate, e io non sono riuscita ad entrare totalmente nel racconto. Ma ad un certo punto c'è una svolta, qualcosa che mi ha fatto iniziare ad apprezzare molto di più il libro. L'autrice è giovanissima, ma ha uno stile maturo e ricercato. Usa molto bene la narrazione in terza persona e, anche per questo, riesce a rendere "protagonisti" anche i personaggi più secondari. Ma la trovata, secondo me geniale e assolutamente ben riuscita, che mi ha sorpresa e convinta, è stata l'intreccio tra presente e futuro, e non solo tra le varie coppie. Se a diciassette anni (anzi, anche meno, perché Disconnect nasce tre anni fa) Ilaria Soragni è già a questo livello, non vedo l'ora di scoprire cosa potrà tirare fuori tra qualche anno. 

La parte finale è decisamente coinvolgente e con un ritmo ben più serrato, quindi divorerete una pagina dopo l'altra, fino ad arrivare alla conclusione. Perché sì, questo primo volume ha la sua conclusione, anche se tante cose hanno bisogno ancora di una spiegazione (che io non vedo l'ora di avere!), ma allo stesso tempo ci lascia con un "e adesso?" gigantesco. Altra particolarità è che ogni capitolo ha come titolo una parola o un'espressione inglese. Questo rispecchia sicuramente un po' una "moda", ma ho trovato sempre interessante cercare di capire cosa quella parola in particolare avesse a che fare con il contenuto del capitolo. Quindi ben venga quando un senso c'è! Ora mi auguro di ritrovare nel seguito tutto ciò che ho apprezzato e do un'altra possibilità a Luke per cercare di convincermi e conquistarmi.

Al prossimo libro!
Veronica

Nessun commento:

Posta un commento