lunedì 29 gennaio 2018

REVIEW PARTY: Se ti accorgessi di me di Sharon Huss Roat. Il lato buono dei social


Buongiorno! Oggi esce per la Newton Compton uno young adult davvero speciale, un libro molto attuale e che tratta temi che ci riguardano più o meno da vicino. Se ti accorgessi di me, di Sharon Huss Roat, racconta la storia della sedicenne Vicky e di Vicurious, il suo alter ego. Io sono felicissima di poter prendere parte ad un Review Party altrettanto speciale che ci permette non solo di parlarvi in anteprima di questo libro, ma di fare un approfondimento su uno degli argomenti incontrati durante la lettura. Mai come questa volta, quindi, vi consiglio di fare un salto in tutti i blog citati nel banner e di leggere quello che abbiamo da dirvi, parleremo di social, di false identità, di amicizia e il resto lascio che siate voi a scoprirlo!

L’unico modo per essere notata è nascondere chi sono davvero 
L’ansia sociale di Vicky Decker l’ha spinta a elaborare complicate strategie per passare inosservata e non essere mai al centro dell’attenzione. L’unica con cui riesce a essere se stessa è la sua amica Jenna. Quando Jenna si trasferisce, però, Vicky rimane completamente sola e per combattere quell’isolamento ormai insostenibile, decide di creare una falsa identità sui social, ritoccando le foto di altre persone come se fossero sue e postandole sul profilo Instagram @vicurious. Improvvisamente comincia ad avere dei follower e ben presto si ritrova a vivere una vita parallela, senza nemmeno aver lasciato la sua cameretta. Ma più cresce il numero dei follower e più le diventa chiaro che ci sono moltissime persone, là fuori, che si sentono esattamente come lei: #sole e #ignorate nella vita reale. Per aiutare loro, e se stessa, dovrà rendere la sua realtà virtuale molto più reale…
Scoprire di voler essere se stessi è la sfida più importante
La vita al liceo è dura per tutti gli studenti, ma per la sedicenne Vicky Decker è addirittura terrificante. E lo è soprattutto questo secondo anno che si ritrova ad affrontare completamente sola dopo che la sua migliore amica, la sua spalla, la sua voce, il suo sostegno, si è trasferita in un altro stato. La sua estrema timidezza la porta a cercare di essere invisibile agli occhi di compagni e insegnanti, perché non essere vista è meglio di essere presa in giro, ma è comunque difficile da sopportare tutti i giorni. Quando sente che anche la sua unica amica inizia ad essere distante, e non più solo fisicamente, capisce che un modo per essere vista, per essere qualcuno che gli altri vogliono vedere e per diventare, almeno virtualmente, la ragazza felice e spensierata che non è, c'è ed è a portata di click. Nasce così Vicurious, un account Instagram in cui Vicky si trasforma e si traveste, senza rivelare la propria identità, e, sfruttando le sue abilità con Photoshop, pubblica foto in cui si trova nelle situazioni più impensabili. 

Quello che nasce come uno sfogo, come un tentativo di evasione, come un modo per vivere davvero, anche se fingendo di essere un'altra persona, diventa in pochissimo tempo il fenomeno social del momento. I follower crescono di minuto in minuto e Vicky scopre che sono tantissimi i ragazzi che si sentono come lei, soli, invisibili, e che in Vicurious vedono un'ispirazione e un sostegno per non crollare. All'aumentare dei seguaci, crescono anche le sue responsabilità e il suo coinvolgimento, ma diventa anche sempre più difficile separare il mondo virtuale da quello reale. Perché le persone che si nascondono dietro ad un nick sono persone reali, sono persone che vede tutti i giorni per i corridoi della scuola e in cui vede cambiamenti che ha causato lei. Ma anche la vita della semplice Vicky cambia, perché anche lei ha qualcuno che la vede e a cui piace così com'è, stranezze incluse.


Come prima cosa ci tengo a sottolineare che questo romanzo è molto più profondo di quanto possa sembrare soffermandosi solo sulla trama. Ha una morale, porta a fare diverse riflessioni ed è uno spaccato perfetto della società di oggi, in particolare dei giovani. Ma non è mai né troppo serio, né strappalacrime, o comunque non è la sua caratteristica principale. E non si sofferma neanche a parlare di bullismo, come si potrebbe pensare, non direttamente. Credo che l'autrice, in fin dei conti, non avesse intenzione di portare il lettore alle lacrime per colpirlo o di mostrare quanto gli altri possano rendere difficile la vita delle persone, anzi. Il suo scopo è proprio l'opposto, vuole far vedere quanto possiamo essere di supporto per gli altri, quanto una nostra parola gentile o un gesto carino possano rendere invece più piacevole la vita di chi ci sta intorno. Poi, certo, i compagni di classe non rendono affatto una passeggiata l'esperienza scolastica di Vicky, Lipton o altri studenti, ma chi non ride davanti alla gaffe di qualcuno? Chi non ha mai preso in giro, anche senza vera cattiveria, un compagno per quello che indossa o per come si comporta? Le paure della ragazza partono da altro, ancora prima della possibile reazione degli altri.


Nel libro si parla di ansia sociale e quella di Vicky non è certamente semplice timidezza, ma non è poi neanche così lontana dall'esserlo. Credo che tutti, chi più chi meno, possiamo rivederci in lei e nelle sue paure, in questo o in un momento precedente della nostra vita. L'ansia di entrare in ritardo in classe, quando tutti sono già seduti, il terrore di parlare in pubblico o di un'interrogazione, la paura di incontrare e di dover interagire con persone nuove, l'incapacità di iniziare una conversazione. Addirittura l'appello può diventare un momento di panico. Se l'idea di aver paura di cose del genere vi fa sorridere, beh, beati voi! Ma penso che, pensandoci bene, tutti possiamo ricordare di essere stati, almeno una volta, nella stessa situazione di Vicky. Io ho rivissuto tutte le ansie insieme a lei e ho rivisto la mia timidezza nella sua, anche se, fortunatamente, non è mai stata per me un problema così tanto limitante, come invece lo è per lei. 

Parallelo al discorso della timidezza e dell'ansia sociale, si sviluppa quello dell'identità virtuale e del mondo dei social network. Per Vicky, Vicurious diventa l'occasione per mostrarsi e per interpretare la persona che vorrebbe essere, il suo opposto, ma anche la sua massima espressione. Con questo account si rende visibile a tutti, ma allo stesso tempo si nasconde, ed è quello che facciamo un po' tutti, no? Anche quando siamo presenti online con il nostro nome e cognome, non ci stiamo comunque nascondendo mostrando solo ciò che vogliamo far vedere? Postiamo solo le foto venute meglio, ci mostriamo felici, parliamo di ogni successo. E nascondiamo quello che di noi e della nostra vita non ci piace. Esattamente come fa Vicky. Il problema, però, è che ad un certo punto il confine tra queste due versioni di noi stessi diventa labile, non più così definito. Vicky e Vicurious, per esempio, sono davvero due persone diverse? Quello che fa la seconda non è comunque dettato da ciò che è la prima?


C'è però in questo romanzo un personaggio che ci fa sorridere e ci fa dimenticare per un po' tutte le paure e le difficoltà. E questo personaggio è il dolcissimo e impacciatissimo Lipton. Neanche lui se la passa poi così bene a scuola, o nella vita, anche lui deve fare i conti con le prese in giro e le insicurezze, ma, nonostante questo, per Vicky è capace di diventare un supereroe. Per lei combatte senza pensarci un attimo e gli viene molto più facile che combattere per se stesso. Nella vita abbiamo tutti bisogno di aiuto e di almeno una persona che sia lì per noi, per darci la mano, risollevarci e spingerci ad affrontare la situazione. Se la dipendenza che la ragazza aveva sviluppato nei confronti della sua migliore amica non era salutare per lei, con Lipton il rapporto è diverso. Non è lui a fare per lei quello che Vicky ha paura di affrontare, ma è quello che le sta accanto e l'accompagna, quello che si gode con lei ogni piccolo traguardo.


Come dicevo all'inizio della recensione, ogni blog ha il compito di approfondire un tema. Mentre leggevo ho pensato molto a cosa dire, a quale argomento sviluppare, e gli spunti sono stati sicuramente diversi. Tanto che, alla fine, penso di averne già approfonditi due o tre semplicemente parlando del libro. Però alla fine la mia scelta è ricaduta sul lato positivo dei social network, perché penso che sia uno dei messaggi che questa storia vuole lanciare, o comunque è quello che ho recepito io. In questi ultimi anni si parla sempre più spesso di cyberbullismo e di utenti che, resi forti dall'essere protetti dietro uno schermo o dietro l'anonimato, giudicano, insultano e rovinano la vita di persone che, spesso, neanche conoscono. Eppure i social network non sono solo il luogo in cui esprimere odio e disprezzo, ma potrebbero (e dovrebbero) essere usati per fare del bene. Vicky, con il suo account, scopre di non essere l'unica a sentirsi sola, invisibile, non considerata. Ma soprattutto capisce che, pur non conoscendo il ragazzo o la ragazza dietro un nickname, può farli sentire meglio. Un commento per dimostrare che li ha notati, una parola di supporto in un momento di sconforto, un piccolo gesto per donare un sorriso, un complimento, un mi piace. Essere poi molto seguiti online permette di essere ascoltati da un'infinità di persone in un tempo brevissimo, che, se ci pensate, è un potere enorme. Immaginate quindi gli influencer che, per definizione, hanno la capacità (e la responsabilità) di influenzare gran parte degli utenti che li seguono. Se invece di mostrare un nuovo rossetto mostrassero un gesto gentile? Se invece di suggerire di comprare quel nuovo prodotto suggerissero di dire qualcosa di carino ad un altro utente? Non sarebbe già un piccolo passo avanti? Non vediamo sempre e solo l'aspetto negativo delle cose, valorizziamo il loro aspetto positivo. Iniziamo noi a cercare di fare la differenza, a volte basta veramente pochissimo per salvare una persona. Facendo questo, però, non dimentichiamoci che esiste una vita anche offline e che la persona da aiutare potrebbe essere quella a noi più vicina.
Se questo argomento vi interessa e vi incuriosisce, vi suggerisco di leggere anche L'amore è un attimo di Jessica Park.

Sono molto curiosa di sapere cosa ne pensate di questo tema e degli altri che scoprirete leggendo il libro. Sono convinta che questo romanzo offra davvero moltissimi spunti di riflessione e io sono qui, se vi va di parlarne!

Al prossimo libro!
Veronica


2 commenti:

  1. ho amato tantissimo questo libro per tutte le cose che hai scritto anche tu. Mi segno anche il titolo che suggerisci, grazie mille

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  2. Ciao! Sono pienamente d'accordo con quanto hai scritto! Un gesto o, come in questo caso, una parola gentile possono fare molto virtualmente ma nella realtà può fare decisamente di più. Ormai non guardiamo con molta attenzione quello che ci circonda e soprattutto chi ci circonda, potrebbe aver bisogno di noi ma siamo troppo occupati per accorgercene. In ogni modo cerco sempre di guardare il lato positivo quando si parla di social anche se a volte è difficile.
    Margherita del blog Esmeralda viaggi e libri

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