venerdì 23 marzo 2018

RECENSIONE: Rock. La mia roccia di Anyta Sunday


Buonasera!
Oggi vi intrattengo con la recensione di un romanzo M/M edito da Triskell Edizioni e uscito il 1° febbraio. Rock. La mia roccia di Anyta Sunday è un libro che consiglio senza neanche pensarci un attimo, che ho letto tutto d'un fiato, ma che ha richiesto molto di più per essere elaborato. Quando una storia non ti fa semplicemente compagnia, ma ti entra dentro, ti stritola e ti sconvolge, positivamente parlando, scriverne la recensione diventa particolarmente difficile. Non so se riuscirò davvero a trasmettere quello che ho provato, quindi vi suggerisco di leggerlo e vivere questa esperienza in prima persona. Sono sicura che non vi lascerà indifferenti, non è possibile...


Igneo.
Quando i genitori di Cooper divorziano, lui si becca le settimane alterne: una con mamma e una con papà. Solo che non è semplicemente costretto a vivere con suo padre. C’è anche Lila: l’Altra Donna, quella che ha portato via le fondamenta - solide come roccia - della sua vita. E poi... C’è Jace. Il figlio di Lila. L’arrogante figlio di Lila, con gli occhi blu color scaglie-di-pesce-rigurgitato. Cooper vuole soltanto riavere la sua famiglia com’era una volta ma qualcosa, in questo ragazzo, gli garantisce che le cose non saranno mai più le stesse.
Sedimentario.
Cooper si oppone alla realtà della sua nuova vita e lui e Jace partono col piede sbagliato. Ma sbagliato o meno, dopo centinaia di ricordi condivisi, forgiano qualcosa di nuovo. Un’amicizia... intima. Perché fra loro può esserci soltanto dell’amicizia. Anche se non sono proprio fratelli per davvero. Tecnicamente, non sono nemmeno fratellastri...
Metamorfico.
Ma come si evolve questa amicizia, sotto le pressioni della vita? Sotto la spinta del cuore?


Cooper ha 12 anni quando i suoi genitori divorziano e conosce Jace, il figlio, poco più grande di lui, della nuova compagna del padre. Vorrebbe odiare il padre come sua sorella, perché ha mentito e li ha traditi tutti, ma non ci riesce perché è pur sempre il suo papà. Vorrebbe odiare "loro". Ma vorrebbe soprattutto odiare "lui", Jace. Però anche in questo caso fallisce, perché, piano piano, diventa suo amico, capisce che non è il nemico, ma che anche lui può essere parte di questa nuova famiglia, tanto quanto è parte di quella vecchia. Però fa comunque male vedere il padre giocare e divertirsi con un altro ragazzo o sentire quest'ultimo chiamarlo papà. Ed è giusto così, è normale, ma è davvero colpa di qualcuno? O le cose dovevano semplicemente andare così? Cooper quindi, a differenza della sorella, prende il meglio da ciò che questa nuova e complicata situazione può offrirgli. Non perde il suo papà, ci guadagna un'altra mamma e pure un amico, un fratello.

Passano i mesi, gli anni, e Cooper e Jace, da ragazzini sconosciuti, un po' impacciati e diffidenti, diventano via via conoscenti, amici, confidenti. Sviluppano un rapporto che è più forte di una semplice amicizia e più saldo di un legame tra fratelli. Il caso, la vita, i loro genitori li hanno portati uno nella vita dell'altro, ma mi piace pensare che, in un modo o nell'altro, si sarebbero comunque trovati, prima o poi. Perché il loro è IL legame, quello che tutti cercano, ma non tutti hanno la fortuna di trovare. Tra loro c'è chiaramente qualcosa in più, ma si trovano sempre in punti diversi del loro personale cammino, non riescono mai ad incontrarsi veramente e a camminare insieme, se non per brevissimi tragitti, e non sono mai entrambi pronti ad accettare quello che provano. Le loro vite vanno avanti, a tratti si sfiorano, a tratti si allontanano. Ma ogni volta, o quasi, è come se non fosse passato nemmeno un momento dall'ultima volta. 


Le rocce sono il terzo protagonista di questo romanzo. La storia è divisa in parti e ognuna di esse prende il nome di un tipo di roccia. Così come ogni capitolo ne rappresenta una diversa. Cooper le colleziona, ma è più di una passione, sono il suo conforto ogni volta che le cose si mettono male. Quando ha paura, rischia un attacco di panico o sta per crollare, stringe tra le mani una delle sue rocce e trova la forza. Ma sono anche ciò che, inizialmente, lo avvicina a Jace, un punto di incontro neutrale, una scusa per parlarsi o per far sentire la propria vicinanza. E Jace, in un certo senso, inizia ad assumere questo stesso ruolo. Adesso è lui la sua roccia, quello a cui aggrapparsi per non cadere. E lo sono l'uno per l'altro.


Cooper è un bellissimo personaggio, nonché una bellissima persona. Praticamente è incapace di odiare, anche quando avrebbe tutti i motivi per farlo. Ma è bravissimo ad amare, a donare il proprio cuore senza volere niente indietro. Che sia con Jace o con la famiglia e gli amici. Anche Jace è un bravo ragazzo, in questo sono molto simili, ma, anche se all'apparenza è lui la roccia della coppia, è pure quello più fragile, quello che non riesce a mettere da parte i pregiudizi, le paure, le opinioni degli altri. Da questo punto di vista, invece, Cooper è molto più forte e sicuro. Spesso rinunciare è più facile di lottare, rischiare per ottenere ciò che si vuole e magari farsi anche un po' male, ma questo non significa amare di meno. Solo che per amare ci vuole coraggio, tanto, e a Cooper questo coraggio non manca. 


Leggendo Rock mi sono più volte venuti in mente One day di David Nicholls o Scrivimi ancora della Ahern. Per il semplice fatto che tutti e tre hanno in comune il tempo che passa e la triste sensazione che i protagonisti lo stiano sprecando. Sia Cooper che Jace hanno un percorso da fare da soli, prima di continuare insieme, chi più breve e chi più lungo, chi più lineare e chi pieno di deviazioni, ma è impossibile non provare tristezza vedendoli lontani. Ma allo stesso modo, come nei libri che ho citato, anche in questo caso il tempo è un concetto relativo, perché passa nei calendari, ma non nei loro cuori, non veramente. Come se tutto questo non fosse già abbastanza emozionante di suo, metteteci anche una famiglia molto presente nelle loro vite, rapporti che si spezzano e che si ricostruiscono, o altri che sbocciano naturalmente. Metteteci semplicemente la vita, con tutte le gioie e tutti i dolori. Anyta Sunday ha creato una storia intensa ed emozionante dall'inizio alla fine, delicata e forte allo stesso tempo, struggente, devastante, ma anche calmante e rassicurante. Ci stritola il cuore e poi ci regala l'effetto che le rocce hanno su Cooper. E ci fa piangere, decisamente, e un po' per ogni motivo. Ho odiato e amato in egual misura i salti temporali e ho trovato il finale semplicemente perfetto, anche se, forse, l'ho apprezzato veramente a qualche giorno di distanza. La scrittura della Sunday mi ha convinta talmente tanto che sono corsa a cercare altro di suo e sicuramente non mi farò scappare nulla di ciò che pubblicherà in futuro. Insomma, a me sembra abbastanza chiaro, ma, se non lo fosse, non ho problemi a ripetermi: leggete questo libro! Davvero, fatelo, è impossibile che non riesca ad emozionarvi almeno un pochino.

Al prossimo libro!
Veronica


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