venerdì 23 settembre 2016

RECENSIONE: Come dire ti amo ad alta voce di Karole Cozzo



Buongiorno! Oggi, con il cuore in mano, vi parlo di un libro romantico, delicato, incisivo, commovente, istruttivo e significativo, che è stato più di una piacevole sorpresa. Come dire ti amo ad alta voce, uno young adult di Karole Cozzo, edito da Sperling & Kupfer.

Trama
Jordyn preferisce stare al di sotto dei radar. Odia la sensazione di avere gli sguardi degli altri addosso, l'ha sempre odiata.
Ne ha avuti troppi nel corso degli anni, anche se non erano su di lei, per essere precisi.
Perché Jordyn Michaelson ha sedici anni, grandi occhi color nocciola e un segreto di nome Phillip, suo fratello.
Quando la sua famiglia si è trasferita in Pennsylvania, le è sembrata l'occasione perfetta per ricominciare da zero: una nuova città, un nuovo quartiere, una nuova scuola.
Una nuova vita.
Da allora Jordyn ha tenuto tutti a distanza costruendo, giorno dopo giorno, un inespugnabile castello di bugie, per far sì che nessuno potesse scoprire la verità sulla sua famiglia. Né i suoi nuovi amici né tantomeno Alex, il ragazzo che ha baciato la scorsa estate e che non ha mai smesso di sognare.
Ma è più facile a dirsi che a farsi, e le cose sono inevitabilmente destinate a complicarsi non appena il fratello inizia a frequentare la sua stessa scuola.
Jordyn imparerà presto che le bugie hanno un costo, a volte decisamente molto alto. Saprà trovare il coraggio di dire la verità prima di perdere tutto, per sempre?


Credo che questo libro sia veramente bellissimo, incisivo ma delicato allo stesso tempo. Racconta di una realtà molto spesso taciuta, quella dell'autismo. Ma lo fa soprattutto dal punto di vista di chi sta accanto alle persone che ne sono affette, e lo fa senza mezzi termini. L'autrice racconta tutte le difficoltà, le scocciature e le conseguenze, ma manda anche un messaggio toccante e profondamente istruttivo attraverso le parole della protagonista.

Jordyn, avendo la possibilità di ricominciare da capo dopo il trasferimento, decide di nascondere a tutti quella parte della sua vita che le ha causato più problemi: suo fratello Phillip, autistico. Non vuole essere vista come la sorella di quello "strano", ma solo come Jordyn... o magari non essere vista affatto. Ma se questo le assicura una vita tranquilla, lontana dalle prese in giro e dai pettegolezzi, non permette, però, alle persone che lo vorrebbero di avvicinarsi veramente a lei. Che senso ha una vita "tranquilla" ma infelice? Una vita in cui la sua amica non diventerà mai migliore amica o in cui è costretta a respingere il ragazzo di cui è innamorata.
"[...] E' come se funzionasse al contrario con te, come se tu non volessi far vedere quanto sei speciale. Ti tiri indietro ogni volta che qualcuno ci prova."
Jordyn non si comporta certo nel migliore dei modi, ma, anche se Phillip non ha colpe, possiamo davvero giudicare male il suo comportamento? Fin da piccola è stata costretta a cedere gran parte delle attenzioni dei genitori, la vita della sua famiglia è regolata in base alle esigenze del fratello, un fratello che fatica a riconoscere come tale. Inoltre, da bambina, è stata allontanata e umiliata dai compagni di scuola... e non per qualcosa che la riguardasse direttamente. 
E' sempre bello vedere la crescita di un personaggio, ma in questo libro è stata particolarmente coinvolgente. Così come lo è stata la storia tra Jordyn e Alex. 
"E quando lo condivide con te, ha un sorriso che ti scioglie il cuore. Credo che Phillip, come tutti noi, voglia solo essere amato per quello che è, perché non può cambiare com'è. L'autismo è una parte di lui, e non nego che sia una grossa parte. Ma non sarà mai tutto. E Phillip dovrebbe essere amato per tutto ciò che lo compone."
Per chi non vive in prima persona questa delicata situazione, è difficile capire veramente cosa comporti essere autistici. L'autrice è riuscita, attraverso il discorso di Jordyn (che da solo è una motivazione sufficiente per leggere questo romanzo), a trasmettere in modo semplice un mondo così complesso. Il messaggio che vuole (e ci riesce benissimo) trasmettere è che la capacità di linguaggio è un dono molto prezioso e spesso ce ne dimentichiamo. Sembra una cosa scontata potersi esprimere a parole, ma per alcuni non lo è. Quindi, anche per loro, ricordiamoci e diamo sempre la possibilità di dire le cose ad alta voce. Viviamo ad alta voce!
"Ti amo anch'io, Jordyn. Grazie per avermi permesso di dirlo finalmente ad alta voce."
Al prossimo libro!
Veronica

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