martedì 27 marzo 2018

REVIEW PARTY: Lost. Mi sono persa il fidanzato di Carina Rissi


Buongiorno!
Oggi il blog partecipa al Review Party di un libro davvero particolare che, secondo me, non potete lasciarvi sfuggire. Rizzoli ha portato in Italia Carina Rissi, un'autrice brasiliana, con la sua storia che è una via di mezzo tra un contemporary romance e un romanzo storico, con un pizzico di magia a rendere il tutto più surreale. Vi invito a leggere la mia recensione (e quella degli altri blog partecipanti) per capire come l'autrice sia riuscita ad intrecciare in maniera unica e divertente questi diversi generi, creando Lost. Mi sono persa il fidanzato. Si tratta del primo volume di una serie, che spero vivamente venga portata per intero da noi, e, anche se con una già perfetta conclusione, Sofia e Ian, i due protagonisti, avranno spazio anche nel secondo volume, per poi farci conoscere meglio le storie di altri personaggi.


Tu cosa faresti, se una sera, in un bar, perdessi il tuo prezioso e insostituibile amico: il cellulare? La prima cosa che fa Sofia - 24 anni, brasiliana, con una vita mediamente monotona fatta di un lavoro che non le piace, un capo che non le piace e un'amica fidanzata con un ragazzo che non le piace - è uscire di casa a razzo, il mattino dopo, in minigonna e All Star, per andare a comprare un cellulare nuovo. Ma la città è deserta, e vuoto è anche il negozio dove mette piede; qui, una commessa le affida uno strano telefono. A Sofìa basterà accenderlo e d'un tratto la sua vita conoscerà un memorabile contraccolpo: accecata da una forte luce bianca, quando riapre gli occhi si ritrova in un mondo completamente sconosciuto. Intorno a lei sono spariti i palazzi, le strade, le piazze della sua città. È ancora confusa, quando in lontananza vede avvicinarsi un giovane in abiti d'epoca e in sella a un cavallo... Un bel problema. Tanto più che, di lì a poco, Sofia scoprirà di essere stata catapultata indietro nel tempo, nel lontano 1830.

Sofia è una ragazza, ormai, tutta casa e lavoro. Se non fosse per la migliore amica Nina, non avrebbe neanche più una vita sociale. Il romanzo inizia proprio con un'altra giornata frenetica per la ragazza, ma che sembra addirittura essere particolarmente sfortunata. Al lavoro il computer smette di funzionare ed è costretta ad usare un oggetto preistorico, visto fino a quel momento solo nei musei: la macchina da scrivere. Questo le offre lo spunto per riflettere su quanto Internet sia importante nella sua vita. Come faceva la gente prima? Smettere di esistere virtualmente le sembra un vero orrore, quindi quando la sfortuna continua ad accompagnarla privandola dell'oggetto più prezioso, il cellulare, non può far altro che comprarsene uno nuovo al più presto. Nel negozio incontra però una strana commessa che sembra avere esattamente quello di cui Sofia ha bisogno. Appena lo accende, però, un forte bagliore la acceca e si ritrova di colpo in un posto sconosciuto. O, meglio, nello stesso posto in cui era prima, ma senza palazzi, strade, piazze... persone. Dov'è finita?

La prima persona che vede andarle incontro, come nelle migliori favole, è un ragazzo a cavallo, vestito in maniera antiquata e che le si rivolge dandole del voi. Lei continua a chiedersi dove sia finito tutto e lui crede stia vaneggiando per colpa della botta in testa. Da qui partono una serie di equivoci e un dialogo pieno di fraintendimenti tra due persone convinte che lo "strano" sia l'altro. Fino a che Sofia scopre di essere finita nel 1830, in un viaggio per scoprire chi è veramente. È sempre stata una donna pragmatica, non ha mai creduto a niente che i suoi occhi non vedessero e ora è arrivato il momento di cambiare. Dovrà rimanere lì fino a quando non troverà quello che cerca... ma cosa cerca? Immaginatevi poi una ragazza di oggi, in minigonna e All Star, che viene catapultata indietro di due secoli, senza nessuna delle sue amate comodità. Sarà un vero divertimento per il lettore e per i personaggi dell'epoca che si scandalizzano per il suo modo di parlare, di comportarsi e di vestirsi e che la studiano come se fosse un'aliena. Ma sarà un vero incubo per lei, almeno fino a quando non imparerà ad apprezzare la compagnia e l'inutilità (quasi sempre) delle tante cose che possedeva prima. Perché ora ha trovato quelle più preziose: una famiglia, l'affetto, l'amore.


Ian, il prode cavaliere, il nostro principe azzurro, è il protagonista dei classici che Sofia ama tanto leggere. Con lei è gentile, premuroso e fin troppo rispettoso, dolce e romantico. Grazie a lui la ragazza inizia a pensare che questo strano viaggio non sia stato la catastrofe che credeva. Se all'inizio il suo unico pensiero è quello di trovare il modo di tornare alla propria vita, nella propria epoca, piano piano inizia a chiedersi se non preferisca non trovarlo mai per poter restare lì. Proprio lei che tanto odiava i matrimoni e non credeva nell'amore, ora si ritrova ad essere innamorata di un ragazzo vissuto quasi 200 anni prima di lei. Il loro è un amore impossibile, che sfida il tempo e la logica, ma come può rinunciare a lui? Ma, allo stesso tempo, come può farlo soffrire consapevole che prima o poi tutto finirà? Può anche solo contemplare l'idea di lasciare tutto, tutta la sua vita, è restare con lui? E, soprattutto, avrà mai l'opportunità di scegliere?


Leggendo la trama di questo libro mi sono subito incuriosita, ma la storia si è rivelata ancora meglio di quel che credevo. Finalmente è un romanzo particolare, diverso dalle classiche storie a cui siamo abituati, e veramente ben scritto. L'autrice utilizza Ian e Sofia per fare il confronto tra due epoche lontane, mostrando quanto la vita si sia semplificata con il passare degli anni, ma anche quanto tante cose siano cambiate in peggio. Sofia è sorpresa, per esempio, di quanto siano generosi e ospitali nel 1830 e di come si possa vivere serenamente anche senza gli oggetti di cui non possiamo fare a meno oggi. Ian, invece, ci fa sorridere mostrando lo stupore e l'entusiasmo di un bambino davanti ad una semplice biro. Ma sono le grandi differenze tra queste due epoche che offrono lo spunto per le scene divertenti che ci accompagnano per tutto il romanzo. Perché, alla fine, si tratta di una storia leggera, spensierata, che ci regala un vero momento di relax e di distacco dalla vita di tutti i giorni. Sarà impossibile non immedesimarsi in Sofia, non reagire come lei davanti a tanta arretratezza o perdersi completamente in un mondo lontano conosciuto solo nei libri. Perché Sofia rappresenta una qualsiasi ragazza dei nostri giorni e, per questo, mi è sembrato tutto molto più reale, come se lo stessi vivendo in prima persona.


L'autrice, comunque, non mi ha conquistata solo con la sua ironia, ma è riuscita anche ad emozionarmi con una dolcissima storia d'amore, a farmi sperare nel lieto fine a tutti i costi e anche a farmi commuovere. Quindi sì, questa è sicuramente una storia che vi regalerà molte risate, ma non per questo le emozioni saranno da meno! E poi l'ho trovata bravissima nel mischiare i due mondi e nell'intrecciare due generi. Nei dialoghi tra Ian e Sofia, per esempio, porta avanti due linguaggi, due modi di parlare ed esprimersi agli antipodi, ma lo fa sempre in modo credibile e senza mai farla sembrare una forzatura. Insomma, sono davvero felice di aver avuto l'occasione di leggere questo libro e non posso far altro che consigliarvelo davvero tanto. Non lasciatevi scappare questa piccola perla, soprattutto perché, come vi dicevo, i due protagonisti avranno la loro conclusione e, nonostante sia una serie, non resterete con l'amaro in bocca per un finale aperto.

Al prossimo libro!
Veronica


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