Buongiorno!
Negli ultimi giorni io e altre blogger vi abbiamo tenuto compagnia parlandovi dell'ultimo romanzo che ha fatto il salto di qualità da Wattpad alle librerie. Si tratta di Tutto il buio dei miei giorni di Silvia Ciompi che, con i suoi Lumille, ha conquistato tantissime lettrici del web, la Sperling & Kupfer, che ha deciso di scommettere su di loro, e, infine, noi. Sono convinta che arriverà a conquistare anche voi, quindi sono veramente felice di potervene parlare più approfonditamente in questa recensione a conclusione del nostro ricco e variegato Blogtour. Se vi siete persi il mio post, infatti, vi ricordo che qui potete trovare la mia intervista doppia a Teschio e Camille. Come già vi anticipavo, questo è un romanzo molto forte e intenso che racconta una storia fatta di dolore, sensi di colpa, perdono, speranza, forza e amore, una storia che, quindi, non può certo lasciare indifferenti.
Camille ha vent'anni, ama lo stadio nelle domeniche di primavera, con le maniche corte e le bandiere mosse dal vento, e ama la sua curva, in ogni stagione. Lì salta sugli spalti, tiene il tempo con le mani: è la cosa che ama di più al mondo. È l'unico posto dove si sente davvero viva. Ma un giorno, proprio fuori dallo stadio, la sua vita si spezza. Un'auto con a bordo un gruppo di ultras la investe. Tra di loro c'è anche lui: in curva tutti lo chiamano Teschio. Sembra il cliché del cattivo ragazzo, ricoperto di tatuaggi e risposte date solo a metà. Eppure Teschio e Camille sono come due libri uguali rilegati con copertine differenti. Due anime che non hanno fatto in tempo a parlarsi prima, a guardarsi meglio. Si sono passati accanto migliaia di volte, ma non sono mai stati davvero nello stesso posto. Lo sono ora. Ora che il dolore si è mangiato tutto ciò che Camille era.
Luca e Camille sono due persone, sulla carta, molto diverse: 28 anni, tatuato e senza regole lui, 20 anni, studentessa e brava ragazza lei. Se non fosse per lo stadio, per la curva, per la passione che li fa essere lì ad ogni partita, probabilmente le loro strade non si sarebbero mai neanche incrociate. Però si vedono, si notano e si osservano da lontano. Lei ammira il gruppo di ultras di cui lui fa parte; lui si chiede come una ragazza innocente e pura come lei possa stare in mezzo a gente come loro. Sono nello stesso posto, ma non si sfiorano mai, fino al momento di un tragico incidente. Nel luogo che più ama, nel luogo in cui si sente a casa, la sua vita si spezza per un attimo di distrazione, per un momento di superficialità. E la sfortuna vuole che la macchina che la investe sia proprio quella del gruppo di ultras che ha sempre ammirato. Tra loro c'è anche Teschio e lui non riesce ad accettare che quella ragazza a terra, quella che lotta per sopravvivere in ospedale, quella che ha visto la sua vita cambiare totalmente in un attimo, sia proprio Camille. Il destino, a volte, può essere veramente beffardo.
Teschio è un teppista agli occhi di tutti, è quello che non rispetta le regole, che scatena risse e che guida il suo gruppo allo stadio. Ma è anche Luca, un ragazzo vinto dai sensi di colpa e che non riesce a vedere una Camille che si arrende, che non lotta, soprattutto sapendo di essere stato tra quelli che l'hanno ridotta così. È un ragazzo che con i suoi modi discutibili, con parole dure e provocazioni la spinge a reagire, ma che con la sua presenza, il suo sostegno e i suoi gesti dolci la aiuta ad andare avanti, a volere di più, a desiderare una vita felice, nonostante tutto. E Camille è una ragazza che si ritrova a dover fare i conti con qualcosa che non poteva neanche immaginare, una ragazza che non sa neanche se vale la pena sforzarsi così tanto per fare cose che prima giudicava normali, una ragazza che non ha pensato per un solo momento e che ora ci dovrà pensare per tutta la vita. Eppure, grazie a Teschio, trova in sé il coraggio, la voglia e la forza per andare avanti, per mettercela tutta.
L'autrice ha strutturato la storia davvero molto bene, partendo con un prologo in terza persona che ci presenta i due protagonisti nel loro habitat naturale e che, con poche parole, ci fa capire tutto quello che passa tra queste due persone che non si sono mai neanche parlate. La narrazione passa poi in prima persona e i due punti di vista si alternano. Fanno un gioco di dico/non dico, svelo/non svelo, che viviamo un po' anche noi lettori e che ci porta non solo ad incuriosirci ancora di più sulle dinamiche del loro incontro e della loro conoscenza, ma che ci sorprende anche con colpi di scena quando pensiamo di aver già visto tutto. Uno dei punti di forza di questo romanzo è quindi sicuramente lo stile e la cura con i quali è scritto, un modo di scrivere diretto, semplice, a volte duro e senza fronzoli nei dialoghi e quasi poetico nei pensieri e nelle riflessioni.
La vera forza di questa storia, però, sta tutta nelle emozioni. Emozioni che i personaggi provano senza freni o inibizioni ed emozioni che vengono trasmesse con la stessa intensità. Tutto il buio dei miei giorni è una storia di dolore, di sofferenza fisica e mentale, di rassegnazione e di sensi di colpa. Ma è anche una storia di forza, di coraggio, di perdono, di speranza e di rinascita. È una storia d'amore forte, intensa, dura, perché è così che sono Teschio e Camille. Si amano e si odiano, si odiano perché si amano. E qualsiasi cosa fanno, la fanno intensamente. Si amano urlandosi in faccia, aggredendosi, mordendosi. Facendosi male e facendosi bene. Il loro è un amore viscerale, brutale, magari anche sbagliato, malato, ma è un amore di quelli che non si possono ignorare, di quelli che legano corpo e anima di due persone, di quelli che fanno respirare solo se l'altro è accanto a te. Sono due vittime della crudeltà della vita, sono spezzati, sono feriti, ma sono anche due lottatori che ogni tanto dimenticano di combattere. Camille non è l'unica a dover rinascere dopo l'incidente. Teschio è distrutto tanto quanto lei, se non di più; le sue cicatrici sono invisibili, ma profonde, ed è lui che ha veramente bisogno di essere salvato, soprattutto da se stesso. E noi che leggiamo la loro storia non possiamo far altro che provare tutto questo, inermi davanti allo tsunami di emozioni che ci travolge. Non possiamo far altro che soffrire, sperare e gioire, non possiamo leggere con distacco, non possiamo evitare di arrabbiarci o persino di piangere.
Quello che mi ha incuriosita di più della trama è stato sicuramente il tema dello stadio, della curva, della tifoseria. Un mondo che viene ricordato quasi esclusivamente solo per gli aspetti negativi, ma che chi lo vive da vicino può mostrare in tutta la sua bellezza. Essere ultras significa unione, lealtà, fratellanza, significa essere un gruppo e gioire insieme nelle vittorie e farsi forza nelle sconfitte. Da tifosa e da ragazza che allo stadio qualche volta c'è stata mi è piaciuta moltissimo la storia di Camille, la storia di una bambina che viene trascinata controvoglia a vedere una partita e che poi lo stadio non l'ha più lasciato. Una ragazza che, domenica dopo domenica, stagione dopo stagione, è stata attirata sempre di più verso questo gruppo, questa comunità a sé, senza regole, ma di grandi valori. E Silvia è riuscita benissimo, soprattutto attraverso questo personaggio, a mostrarci anche il lato bello e positivo di ogni tifoseria, di ogni curva. Ma è riuscita altrettanto bene a parlare di un argomento delicato come la disabilità. Ha mostrato cosa significa per chi vive in prima persona una situazione del genere, ma soprattutto l'impotenza di chi sta accanto e la vive di conseguenza. Ci sono scene e momenti molto intensi, argomenti davvero delicati e difficili, ma l'autrice, pur trasmettendo un bel messaggio di forza e speranza, non ha voluto nascondere nulla, non ha reso più lieve nessun dolore o incazzatura, non ha sminuito nessun gesto e non si è posta un freno sulle parole. E il risultato è stato sicuramente positivo.
In conclusione vorrei fare una piccola parentesi sulla questione Wattpad. Questa piattaforma ha, ancora di più, aperto il mondo della scrittura a tutti. E questo è sia un bene che un male. Di una cosa, però, sono estremamente convinta: un libro che proviene da questo mondo non è necessariamente un libro di scarsa qualità, anzi. Mi dispiace leggere di certi pregiudizi, perché di questo si parla, e io sono dell'idea che sia giusto dare l'opportunità a tutti di stupirci. Se quindi siete tra quelli che davanti alle parole "successo su Wattpad" storcono il naso, vi consiglio di non farvi assolutamente frenare da questo. Tutto il buio dei miei giorni è infatti un romanzo con dello spessore, che tratta temi delicati e che racconta un mondo particolare e visto sotto una luce diversa. E Silvia è una ragazza che sa scrivere e che lo sa fare molto bene, un'autrice che dimostra uno stile originale e ricercato, a tratti poetico e a tratti scarno e diretto. Così come non possiamo dire che questa sia la classica storiella d'amore, perché dell'amore tradizionale tutto rose e fiori Teschio e Camille non hanno un bel niente. E a noi piacciono così, folli e brutali come il loro amore.
Se volete recuperare le precedenti tappe del Blogtour, ecco il calendario con tutti gli argomenti trattati:
Al prossimo libro!
Veronica
Meraviglioso...adoro questo genere di romanzi...qualcuno mi chiama masochista perché amo farmi del male leggendoli..ma che ci posso fare le emozioni che trasmettono sono uniche!!
RispondiEliminaIo sono come te! Vanno benissimo i romanzi che fanno divertire e staccare da tutto per un po', ma vuoi mettere quelli che ti emozionano tanto da farti piangere? Li adoro!
EliminaIn effetti non è un tema molto comune per un libro, soprattutto la passione per lo stadio in una ragazza, ma sono certa che il libro (come lo descrivi tu) valga decisamente la pena di essere letto! ;-) e concordo con te sulla queste Wattpad 😉
RispondiEliminaInfatti credo che l'originalità di questo tema sia uno dei punti di forza del romanzo, senza dubbio! :)
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