martedì 6 dicembre 2016

RECENSIONE: Gus. L'altra metà del cuore (Bright Side #2) di Kim Holden


Buongiorno! Oggi vi parlo, con moltissimo piacere, di Gus. L'altra metà del cuore, uscito l'1 Dicembre per Leggereditore. Con questo libro Kim Holden torna ad emozionarci con il seguito di Bright Side, raccondandoci la storia di Gus, il migliore amico di Kate di cui ci siamo tutte innamorate nel precedente romanzo. Chi non avesse letto il primo libro della serie, può tranquillamente leggere direttamente questo senza avere problemi con la comprensione della storia. Ma, se volete un consiglio, recuperate prima Bright Side che è un libro che, a mio avviso, va decisamente letto perché è una storia che non potrà lasciarvi indifferenti (se volete farvi un'idea più precisa, vi lascio qui la mia recensione). In aggiunta, Gus potrà solo piacervi ancora di più ed essere ulteriormente più intenso, se conoscete tutta la storia. Questa recensione contiene, per forza di cose, spoiler sul romanzo precedente, quindi, se non volete rovinarvi la sorpresa, fermatevi e non leggete neanche la trama.

Trama
Lei non era solo la sua migliore amica; lei era la sua metà... L’altra metà del suo cervello e della sua coscienza, l’altra metà del suo senso dell’umorismo e della sua creatività, l’altra metà del suo cuore. Come si può tornare a essere quello che si era prima, quando la parte più importante di noi stessi se n’è andata per sempre? Gus è un ragazzo fragile, arrabbiato con il mondo e con il destino che gli ha sottratto la persona più cara, colei che arricchiva il suo tempo e dava linfa alla sua musica. A riempire le sue giornate ora ci sono solo l’alcool, le ore passate con la sua band e le avventure di una sera con qualcuna delle sue numerose fan, anche se Gus sa che non può essere questo a risarcirlo di ciò che ha perso. Quando anche il più debole barlume di luce è sul punto di spegnersi, il destino sembra però restituirgli quello che un tempo gli ha tolto. Chi è Scout veramente? Cosa nasconde nel profondo del cuore la sola persona al mondo che può salvarlo?


Non vi nascondo che, ancora sconvolta ed emotivamente instabile per aver appena letto Bright Side, avevo "paura" di leggere il seguito e di soffrire ancora moltissimo per questa storia. L'autrice, che è davvero molto carina, mi ha lasciato questo commento sotto una foto del libro, pubblicata su instagram (qui), in cui mi preparavo già a versare ancora litri di lacrime. Ecco, ora posso dire che non era una semplice "rassicurazione", ma che aveva proprio ragione. Esattamente come Gus, avevo bisogno di elaborare questa perdita e di accettarla. Anche il lettore aveva bisogno di un lungo processo di guarigione, e questo romanzo è stata la cura perfetta.
Bright Side non era soltanto la mia migliore amica; era la mia metà... l'altra metà del mio cervello, della mia coscienza, del mio senso dell'umorismo, della mia creatività, del mio cuore. Come si può tornare indietro e fare le stesse cose di tutti i giorni, quando la tua metà se n'è andata per sempre?

Ritroviamo Gus subito dopo il funerale, completamente annientato e devastato dalla realizzazione di non poter vedere e sentire mai più la sua metà, la persona più importante della sua vita, la ragazza di cui è sempre stato innamorato perso. Comprensibilmente, non vuole vedere nessuno e si chiude nel suo dolore con l'unica cosa in grado di dargli una pace temporanea: l'alcol. Ma presto deve fare i conti con la realtà e con la sua vita, ha un tour e una band che lo aspettano e non può deludere i suoi compagni. Neanche la musica, da sempre sua compagna di vita, riesce ad aiutarlo a colmare un po' questo immenso vuoto, anzi, sembra quasi diventare un peso per lui, perché fa troppo male esternare le sue emozioni nelle canzoni, ricordare quanto, anche in questo ambito, ha condiviso con la sua Bright Side. E quindi prende la via più facile, quella dell'oblio, fatta di sesso, alcol e droga. Ci viene anche finalmente descritta la notte che i due ragazzi hanno passato insieme prima della partenza di Kate per il college e, cavolo, adesso fa ancora più male.
"Ti sei mai innamorato?" Non ha esitazione. "Una volta." "E quanto è durata?" Tornando a guardare il cielo, risponde: "Ventun anni... e tre giorni."
Kate è stata amata da moltissime persone, ma è Gus quello che, inevitabilmente, soffre di più. Keller, per esempio, ha la piccola Stella che ogni giorno gli dà una ragione per affrontare la vita. Gus, invece, pur avendo accanto una mamma fantastica e un amico speciale e presente come Franco, non ha nessuno, è completamente solo. In questo romanzo affronta tutte le fasi del lutto: dolore e rabbia sono quelle predominanti per gran parte del libro. Non capirà mai perché la vita sia stata così crudele con una persona tanto buona, non accetterà mai che Bright Side non ci sia più, ma arriverà a sorridere pensando a lei e saprà di averla sempre e comunque vicina. La grande capacità dell'autrice è stata quella di farmi immedesimare completamente in Gus: nella prima metà, ogni volta che Kate veniva menzionata era una fitta di dolore al cuore ed erano lacrime, piano piano queste lacrime si sono trasformate in un sorriso al suo ricordo. Non c'è un vero e proprio momento di svolta, è un lungo processo, ma sicuramente un punto importante viene raggiunto nella scena del tatuaggio. E' stato un momento bellissimo, emozionante, commovente... e una splendida dimostrazione di amicizia.
Credo che a volte ci sia soltanto bisogno di un po' di ispirazione. E a volte l'ispirazione è il sorriso della persona giusta, al momento giusto.
Anche in questo caso l'amore, nel suo significato più ampio, è il vero protagonista. L'amore tra una madre e un figlio, tra amici e componenti della band, tra due ragazzi accomunati dall'amore per la stessa ragazza. Continuo a pensare che Audrey, la mamma di Gus, sia una persona fantastica e lo ha dimostrato ancora moltissime volte. E' una donna piena di affetto da donare, senza mai avere un secondo fine, è la definizione perfetta di 'mamma' ed è bellissimo il rapporto che ha, e che ha avuto, con tutti i ragazzi che ha preso sotto la sua ala come se fossero tutti figli suoi. Poi ci sono i ragazzi della band e, in particolare, Franco. Già in Bright Side avevamo avuto modo di conoscerli, anche se in maniera un po' più superficiale. Adesso viene fuori quanto siano realmente legati l'uno all'altro e quanto, dietro la maschera da ragazzi spensierati, siano degli ottimi amici presenti nel momento del bisogno. Ma il rapporto più bello, che mi ha emozionata di più, è quello con Keller. Non è stato facile per Gus avere dei rapporti con lui, il dolore era ancora troppo forte e lui era quello che, più di tutti, gli ricordava la sua amica. Ma il fatto che fossero entrambi innamorati di Kate non li ha allontanati, al contrario, li ha avvicinati, perché l'amore era talmente puro da parte di entrambi che hanno sempre saputo quanto l'altro fosse indispensabile nella sua vita. Si sono stati di grandissimo aiuto a vicenda e il loro finale è stato una sorpresa, ma assolutamente perfetto.

Ma, ragazze, Gus è anche una bellissima storia d'amore. Quindi, dopo questa brevissima premessa, vi parlo finalmente di Scout. Sono davvero contenta che Miss Impazienza non sia entrata prepotentemente nella vita di Gustov, entrambi avevano bisogno di rinascere, prima da soli e poi, solo infine, insieme. La paura più grande, in questo genere di storie, è che la seconda diventi un semplice rimpiazzo della prima. E' vero che non sono mai stati una coppia in quel senso, ma lui non le voleva solo bene, era completamente innamorato di Kate. Anche se io, come avevo già scritto nella precedente recensione, sono convinta che fossero destinati a qualcosa di ancora più grande. In ogni caso, con Scout, questa paura è infondata. Entrambi entrano in punta di piedi nella vita dell'altro, quasi chiedendo il permesso. Con poche parole, e a volte anche senza, si aiutano a rimarginare le profonde ferite che si portano dietro.
E a suo agio è come voglio che lei sia, per sempre. Soprattutto accanto a me.
Anche Scout ha i suoi problemi e il suo passato difficile. Non vi anticipo niente, vi dico però che non è semplicemente come può sembrare all'inizio. E' una ragazza fragile, che, per il senso di inadeguatezza, si è annullata da sola. L'inizio del loro rapporto non è facile e il loro percorso, prima di arrivare ad essere qualcosa di più, sarà molto lungo, ma giusto. Sono poi felice che non ci siano inutili drammi nella loro storia (capisco che sembri strano, considerando di quali libri sto parlando, ma ha un senso), una volta che si trovano, non si lasciano più.
"Ma stasera voglio dedicarla a noi e a questo insano e irrefrenabile desiderio di starti vicino. Accanto. Di essere tuo amico. Farti felice. Farti sorridere. Farti ridere. Proteggerti. Voglio imparare tutto di te, Scout. Il tuo passato, il tuo presente, il tuo futuro."
Come sempre, la Holden inserisce un'infinità di temi delicati e importanti, che non so come, riesce a trattare benissimo nel giro di poche righe. Niente fronzoli, solo la cruda realtà. Altra sua caratteristica che ho ritrovato è la capacità di rendere una scena, di qualunque tipo, davvero molto intensa. 

Dunque, tirando le somme, questo secondo libro non è straziante tanto quanto il primo (e in realtà è una buona cosa). Forse, proprio per questo, emotivamente non colpisce così forte come Bright Side, ma vi assicuro che lo fa, solo in maniera più delicata. Ad ogni modo è un altro libro da leggere assolutamente ed è, lo ripeto, la cura che serve per placare la sofferenza che abbiamo provato prima. E poi, non dimentichiamoci che Gus è un bellissimo e dolce ragazzo che fa la rockstar... davvero volete perdervi un romanzo con un protagonista del genere?
A proposito di storie da non perdere: Kim Holden ha annunciato l'uscita di un libro dedicato a Franco! Lo vogliamo tutte anche in Italia, vero?

A presto, belli!
Veronica


7 commenti:

  1. Perdersi Gus è un peccato. Gus è semplicemente perfetto

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    1. Dopo Bright Side è una tappa necessaria. Anche se il suo personaggio merita a prescindere.

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  2. Non lo sapevo che qualcuno ha scritto un libro su Gus.

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  3. Se piove, mi chiami accanto e mi indichi attraverso i vetri quel che succede fuori, distorto dai goccioloni sulla finestra, da quell’idea di mosso che ha la pioggia quando bagna come di virtualità tutto quello che scopre, toccandolo, appoggiandovisi sopra. – Guarda, piove, mi dici e mi convinci ci sia qualcosa da guardare, rannicchiati spalla contro spalla sul davanzale, e io ti dico – Tutte le volte la stessa storia, ma è una finestra, un po’ di pioggia! Dici – Zitto, e guarda; apri la finestra con l’acqua che rimbalza sul marmo e ci colpisce di riflesso. – Dai, che dopo ci tocca asciugare; ma dici che ti piace l’odore fertile dell’acqua, ti piacciono le persone in pantaloncini che camminano svelte, indecise tra il fastidio e il sollievo, guardi i palazzi di fronte, ti piace il nome dell’inverno pronunciato dalla bocca dell’estate, il brivido sulla pelle fuori stagione, il fatto che non si possa uscire, gli amici che chiamano per disdire la serata alla discoteca all’aperto, la televisione spenta.  E io insisto – È pioggia, è solo pioggia: non può piacerti, è una cosa stupida. Tu dici che non c’è niente di male a essere stupida. E’ che la pioggia ti piace proprio, le gocce sul naso, o su una ciglia. Io vorrei prenderti e tu non vuoi.  Il rumore delle auto sul fondo bagnato, le onde che alzano piano, ti piace quell’odore e colore di cenere che non è un fuoco spento, non è rovina, ma è una proprietà dell’acqua, è la cromatura d’una città sottomarina, ma senza i fronzoli dei coralli, è calma e bellezza, il segreto in un’ostrica. – Sei scema; ti dico all’orecchio, scrolli e ridi per togliermi la parola, il mento sulle mani, una freschezza sulla pelle. Resteresti a guardare la pioggia per ore, ne sei capace, poi fai una doccia, metti l’accappatoio, l’asciugamano attorno alla testa, e se piove ancora ti rimetti a guardala, incantata, che donna particolare che sei! – Chiudiamo?  E’ un lago qua per terra, attenta ai piedi. La chiudiamo per metà, la tua parte rimane aperta, allora io mi sposto dietro di te, ti abbraccio e poggio il mento sulla spalla, e sei contenta se me ne sto zitto e guardiamo la pioggia, le persone che corrono nelle portiere in macchina, gli ombrelli infelici, pensavano se ne riparlasse tra mesi.  Ma è possibile che non hai niente da fare, da startene a guardare la pioggia?  - È un acquazzone, una cosa passeggera; mi piace starti avvolto contro, mi piace accarezzarti le braccia, il corpo, mi piace amarti senza fare l’amore, mentre guardi la pioggia e dici che ti piace guardarla, che non ti stancheresti mai, che è una cosa stupida e che non c’è niente di male, nelle cose stupide. Mi viene male alla schiena, mi formicolano le gambe. Chiudo la finestra, prendo uno straccio dalla cucina e asciugo il pavimento, rimango a guardare mentre piove, ma se non ci sei tu a guardare la pioggia mi diventa oltre che stupida, mi diventa inutile e insulsa, e non la guardo più.

    Parlo di mia moglie.

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