giovedì 27 aprile 2017

RECENSIONE: La collezionista di sogni di Valentina Bellucci


Buongiorno! Nella recensione di oggi vi parlo di un romanzo self che, molto probabilmente, chi conosce un po' questo mondo ha già letto o sentito nominare. E se invece non lo conoscete ancora, beh, sono qui anche per questo. Il libro è La collezionista di sogni, uno young adult romantico, dolce e commovente scritto da Valentina Bellucci.

Trama
I SOGNI SONO LE UNICHE COSE CHE RESTANO, ANCHE QUANDO TUTTO IL RESTO SE N'È ANDATO
“Non si direbbe che Londra sia una prigione, finché non ci vivi dentro e te ne accorgi”
Per Tristan e Mary Lou, Londra è proprio come una prigione, e vittime sono proprio loro: due ragazzi adolescenti, incompresi dal resto dei compagni e testimoni di vite complicate. 
Mary Lou Finger ha sedici anni, la passione per la lettura e una vita incasinata; è bella ed è brava a scuola, ma non basta, a casa sua vive un inferno. 
Tristan Colin, il ragazzo più sfigato della scuola, è chiuso in se stesso da un vuoto incolmabile.
Un giorno però le loro vite saranno destinate ad incrociarsi e sarà proprio mentre si imbatteranno l’uno nell’altra che Tristan avrà intenzione di invitarla ad uscire. 
Ma cosa accadrebbe se lei dovesse accettare? E come mai ogni sabato mattina Tristan scompare?
Dove va? 
La vita di Mary Lou sembra davvero molto confusa, fino a quando un incontro inaspettato cambierà tutto il suo modo di vedere le cose. Sarà proprio lì, alla Boy and Dolphin Fountain, in Hyde Park che conoscerà Annabel, una ragazza di dodici anni, intelligente e spigliata, che dalla vita ha tutto, ma che sarà costretta a crescere troppo in fretta e ad affrontare qualcosa di molto più grande di lei. 
“La collezionista di sogni” è un romanzo commovente, una storia di amore e di amicizia, ma soprattutto una storia di vita. Parla dell’amore nelle sue mille sfaccettature, in una realtà che spezza il cuore e ci ricorda l’importanza dei sogni.

Mary Lou, all'apparenza, è una normale adolescente. Nessun problema a scuola, appassionata di lettura e scrittura, circondata da amici. Ma la realtà è ben diversa: è sola. A casa non ha una vera famiglia; la madre, l'unica persona che le è rimasta, è come un'estranea, una figura assente nella vita della figlia. Anche le amicizie non sono reali per lei, nessuno la conosce veramente, nessuno capisce lei, i suoi sogni o le sue ambizioni.
Tristan è il ragazzo giudicato da tutti il più sfigato della scuola, sempre cupo e triste, da tempo non parla più con nessuno, ha perso la voglia di vivere come un normale adolescente e sta sempre sulle sue. Nella classica indifferenza della scuola superiore, però, nessuno si chiede perché sia così, perché ogni sabato mattina salta la scuola, quale problema nasconde, ma tutti lo giudicano, lo prendono in giro, lo isolano, perché è più facile fare così. 
E Mary Lou, che è forse l'unica persona in grado di capirlo, in realtà è come tutti gli altri. Farsi vedere in giro con lo "sfigato"? Assolutamente no! Accettare di uscire con lui? Un errore madornale! Ecco, se Tristan mi ha fatto subito tenerezza, provare simpatia per lei è stato molto più complicato.
"Ti è mai capitato di sentirti come chiusa in una campana di vetro, dove nessuno può entrare, perché nessuno di capisce?" "Sì" "Tu sei entrata nella mia campana e l'hai infranta".
Ad ogni modo, vinte le resistenze di Mary Lou e l'insicurezza di entrambi, solo l'incontro ha permesso ai due di uscire da dietro i muri che si erano costruiti intorno. Sono due anime sole, tormentate e distrutte che si sono trovate e insieme hanno ricominciato a vivere, a sorridere. Ma questa non è solo una storia d'amore, ma anche, e soprattutto, una bella storia di amicizia. Tra i protagonisti, infatti, devo ancora citare qualcuno, oltre alla città di Londra che fa da importante sfondo alle vicende. Annabel, una ragazzina vivace e allegra che Mary Lou incontra per caso ad Hyde Park, è quella che, ancora più di Tristan, la aiuta a crescere, a maturare e a credere nel suo sogno, quello di usare le parole per raccontare storie, quello di fare la scrittrice. 
Il suo sorriso è riuscito a risvegliarmi, è riuscito a riportarmi alla vita, sono di nuovo me stesso, o meglio: mi sento un'altra persona, una persona nuova. Non cancellerò mai il passato e quello che è stato, e questo mi segnerà a vita, lo so; ma lei mi ha dato un appiglio, un barlume di speranza.
Annabel, nonostante la sua giovanissima età, ha tanto da insegnare a chi è più grande di lei e anche a noi. Con la sua spensieratezza da bambina ci ricorda che sognare fa bene, che, qualunque cosa accada, non dobbiamo smettere mai. Per quanto mi riguarda, è diventata presto il mio personaggio preferito e anche quello più riuscito. La sua parte di storia è quella più commovente ed emozionante, quella più completa e significativa. Perché infatti è come se il romanzo fosse diviso in due parti: la storia di Mary Lou e Tristan prima, quella di Mary Lou e Annabel dopo. Valentina ha strutturato il suo racconto in modo molto particolare, è vero che ha raccontato le due storie in maniera parallela e intrecciandole qua e là, ma nella prima parte la ragazzina è solo un personaggio secondario, per quanto rilevante, mentre diventa a tutti gli effetti una protagonista verso la fine. Nello stesso momento in cui il ruolo di Tristan si rivela essere solo di supporto. La mia impressione è stata quasi di leggere due libri diversi, sicuramente collegati, ma non appartenenti alla medesima storia. Con Mary Lou, e la sua crescita, come unico filo conduttore.
"Ho deciso di rischiare. Voglio rischiare tutto per te. Voglio rischiare di perdere anche me stesso, perché è solo con te che sono stato capace di ritrovarmi." 
Se entrambe le parti hanno una loro conclusione, quella della storia di amore non mi ha convinta totalmente. Secondo me, è come se mancasse ancora qualcosa, come se il percorso di Tristan ad un certo punto venisse bloccato e non più portato avanti. Siamo arrivati a conoscere le parti essenziali della sua vita, il suo personaggio ci ha emozionati e divertiti, ma c'è altro da raccontare. O almeno è l'impressione che ho avuto io. Ma, a parte voler sapere qualcosa in più sul protagonista maschile e su altri personaggi secondari, è una storia che mi ha convinta e che vi consiglio. Valentina scrive bene, anche se in certi momenti forse un po' troppo (a mio gusto personale, ovviamente) ed è assolutamente capace di emozionare il lettore con poche semplici parole.

Al prossimo libro!
Veronica



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