lunedì 10 giugno 2019

BLOGTOUR: È ora di riaccendere le stelle di Virginie Grimaldi - L'incipit del romanzo


Buongiorno, buon inizio settimana e buon inizio Blogtour!
Oggi ho il piacere di introdurvi alla scoperta del romanzo È ora di riaccendere le stelle di Virginie Grimaldi, portato in libreria da Fabbri Editori (che ringrazio per la copia omaggio). Si tratta di una storia di rinascita, di amore tra madre e figlie, di un viaggio on the road alla scoperta di se stessi e delle persone più care. Un romanzo che ci mostra l'età adulta, con tutte le preoccupazioni e i problemi, ma anche l'infanzia e l'adolescenza, perché ogni età ha i suoi ostacoli. Insomma, un romanzo che non potete proprio perdervi.

 Anna, trentasette anni, è sul punto di soccombere sotto il peso del lavoro e dei debiti e osserva la vita scorrerle davanti come se non le appartenesse. Proprio come le sue figlie, che incrocia ogni giorno solo per il tempo di una frettolosa colazione.
Lily, dall'alto dei suoi dodici anni, non nutre grande simpatia per il genere umano: preferisce gli animali, e in particolare il topo che ha adottato e a cui ha messo il nome del padre perché, come ogni ratto che si rispetti, anche lui ha abbandonato la nave.
A diciassette anni Chloé ha già detto addio ai propri sogni, e sa che presto dovrà darsi da fare per aiutare la madre. Ma l'atteggiamento da dura è solo una maschera che si scioglie ogni volta che un ragazzo le dimostra un minimo di tenerezza, fosse anche solo per approfittare di lei. Il giorno in cui tutto le crolla addosso, Anna si rende conto di essere sul punto di perdere ciò che ha di più caro al mondo e per cui ha sopportato fatiche e frustrazioni: le sue figlie. Superando paure e attacchi di panico, prende quindi una decisione folle e spericolata: carica le ragazze in camper e parte per un viaggio on the road verso Capo Nord. È l'inizio di un'avventura piena di sorprese esilaranti e incontri commoventi, un corpo a corpo che vedrà madre e figlie scontrarsi sul presente e confrontarsi sui segreti del passato, per poi imparare a conoscersi e ad ascoltarsi. Un'esperienza che le cambierà profondamente, lasciandole senza fiato. Proprio come l'aurora boreale.

L'incipit del romanzo

Per introdurvi alla scoperta di un romanzo, secondo me, non c'è niente di meglio che lasciare che a parlare sia il libro stesso. Il primo capitolo, le prime pagine, le prime righe... spesso basta poco per immergersi nella lettura e lasciarsi conquistare. A volte l'incipit è una vera e propria introduzione della storia, altre, invece, veniamo immediatamente catapultati al suo interno. Oppure ci viene anticipato un evento futuro che possa catturare totalmente la nostra attenzione, o ci viene raccontato qualcosa del passato che ci aiuterà a capire meglio quello che avverrà poi nel presente. Insomma, le tecniche sono diverse, ma l'importante è che già le prime righe ci invoglino a proseguire la lettura. Con questo romanzo per me è stato così e spero lo sarà anche per voi!

«Anna, vieni da me quando stacchi! Devo parlarti.» 
Mi annodo il grembiule intorno alla vita e faccio un ultimo giro di sala prima che arrivino i clienti. So che cosa vuole dirmi Tony, ho sentito per sbaglio una conversazione ieri. Era ora. Da tre mesi a questa parte l’Auberge Blanche è salito in testa alla classifica dei migliori ristoranti di Tolosa. Avevamo gente anche prima, ma adesso è davvero strapieno: non ho il tempo di sparecchiare un tavolo che già si siede qualcun altro. Sono da sola in sala, a volte Tony mi aiuta se non ha altro da fare. 
Lunedì scorso, mentre portavo una crème brûlée al tavolo 6, le mie orecchie si sono messe a ronzare, mi si è appannata la vista, le gambe sono diventate molli. Il dessert è finito sulla testa del cliente e io nell’ufficio del capo. Ha cominciato con l’urlare, segno che era preoccupato. Ci sono abituata. Un giorno mi ha confidato di essere situs inversus: ha il cuore a destra e il fegato a sinistra. Anche la comunicazione in lui è invertita, a quanto pare. 
«Cosa cavolo hai fatto, Anna?» 
«Ho fatto che mi sono sentita male.» 
«E perché?»
«Per animare la serata, che domande! Era un po’ moscia, no?» 
Ha messo da parte la rabbia, con un lungo sospiro, ed è passato alla fase empatica. 
«Ok. E ora come stai?» 
«Va meglio, torno di là.» 
«Lascia stare, ci penso io per stasera. Ma domani vieni, va bene?»
«Sono mai mancata?» 
Ha sorriso. Ne ho approfittato.
 «Sono stanca, Tony. Ho quasi quarant’anni e non reggo più questo ritmo. Sarebbe davvero il caso che tu assumessi qualcuno.» 
«Lo so, lo so, me lo hai già detto. Vedrò cosa posso fare.» 
Ha preso il telefono e ha chiamato Estelle, la sua amante, per dirle che in quel momento avrebbe voluto essere dentro le sue mutandine. Ne ho dedotto che la nostra conversazione era finita

Dopo questo breve assaggio, vi invito a seguire anche le prossime tappe per saperne sempre di più di questo romanzo che, ne sono sicura, saprà tenervi compagnia.



Al prossimo libro!
Veronica

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